EtimoloGLIFO ’25 | Lettera F

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ROSSANA TAORMINA

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Partendo dalla mitologia greca possiamo prendere come primo riferimento la leggenda delle moire. Le tre moire erano le dee del destino: Cloto, ossia la “filatrice“’, utilizza lo stame per inaugurare la nascita dell’uomo; Lachesi, anche definita come “la fissatrice della sorte”, provvede a definirne il destino; infine Atropo, la “irremovibile”, lo recide nella fatalità della morte. 

Un’ulteriore leggenda sul filo ci viene dal Giappone:


Il filo viene intrecciato seguendo le logiche della trama e dell’ordito, che consente di costruire un tessuto. Si potrebbe affermare che esso sia l’oggetto simbolo dell’industria della moda. L’arte contemporanea se ne appropria, utilizzando filo e tessuto per esprimere una sensibilità prevalentemente femminile.
La ‘fiber art’ inaugura questa pratica, utilizzando questo mezzo e declinandolo secondo la propria visione e sensibilità.

L’artista italiana Maria Lai trasforma l’utilizzo delle materie tessili facendolo diventare la sua tecnica artistica. L’artista sarda si fa affascinare dalle antiche tradizioni della sua terra, utilizzando tessuti, scarti e ricamo. La sua opera più rappresentativa, Legarsi alla montagna, non è esclusivamente un’opera tessile ma soprattutto relazionale, in cui il filo lega, unisce e collega le fitte trame esistenziali di un’intera comunità.

https://www.raicultura.it/arte/articoli/2019/11/Maria-Lai-9aa5a638-a435-41bb-81f5-50fc6002381c.html


Cosa ti viene in mente se pensi ad un FILO?