La rubrica EtimoloWALK, racconta eventi, workshop e qualcosa verso cui camminare.
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I PROCESSI SPOSI
Spettacolo teatrale
Abbiamo incontrato Demetrio Marino, regista e scrittore di teatro.
Quali sono le motivazioni che hanno guidato la decisione di trasporre un classico della letteratura italiana come “I Promessi Sposi” in una rappresentazione teatrale?
L’idea è nata in seno ad un progetto di fine anno, in quinto superiore: ho sempre creduto che
i “lavori di gruppo” proposti dai professori un po’ per accelerare i tempi di apprendimento, un po’ per consolidare le conoscenze e valorizzare lo spirito di collaborazione degli studenti
dovessero andare ben oltre la realizzazione del classico power point o della blanda mappa
concettuale, rappresentando essi una sfida didattica che deve realmente mettere alla prova
le capacità di un gruppo di studenti che si ritrova a cooperare per il raggiungimento di un
obiettivo comune. È per questo motivo che, fin dal terzo superiore, il mio contributo nel “lavoro di gruppo” è stato quello di scrivere, dirigere e recitare una commedia, riferita di volta in volta all’opera assegnata, contenuta nel piano didattico annuale: l’”Anfitrione” in terzo, “La Locandiera” in quarto ed infine “I Processi Sposi” in quinto, che, più che una semplice trasposizione, è una vera e propria rilettura del romanzo manzoniano in chiave moderna e pirandelliana. A distanza di anni, ho coronato il progetto di proporla, dovutamente rimaneggiata, ad un pubblico più variegato in un vero e proprio teatro.
Qual è stata la principale sfida nell’adattare un romanzo monumentale
come “I Promessi Sposi” a un formato teatrale focalizzato
sull’ambientazione di un’aula di tribunale?
Trovare il modo di comprimere lo spazio e il tempo di un’opera così vasta all’interno della
durata di una commedia brillante, senza dimenticare nulla o risultare troppo lontano
dall’opera originale.
Ci sono alcune scene ed alcuni personaggi, ne “I Promessi Sposi”, che sono stampate
nell’immaginario collettivo, anche grazie alle numerose altre trasposizioni televisive e teatrali che si sono susseguite negli anni: tutti ricordiamo sicuramente il colloquio dei Bravi con Don Abbondio, la soffocata (mica tanto…) lussuria della Monaca di Monza, il misterioso
Innominato e così via, ma sfido chiunque a dire che queste immagini non siano legate più ad
una narrazione comica dell’opera di Manzoni portata avanti dall’uno o dall’altro performer
che alla lettura effettiva del romanzo.
Rispettare l’esigenza di rendere lo spettacolo godibile al resto dei miei compagni di classe e,
in seguito, ad un teatro intero, quella di produrre qualcosa di innovativo su un tema letterario molto abusato dalla cultura pop e quella di non snaturare una pietra miliare della letteratura italiana è stata una bella sfida!
Quali temi de “I Promessi Sposi” ritenete abbiano ancora un forte impatto
sul pubblico di oggi? In che modo lo spettacolo intende far emergere e
attualizzare questi messaggi?
Essendo un romanzo storico, “I Promessi Sposi” parla tanto del presente, quanto del
passato e del futuro, contemporaneamente: la corruzione, che sia ecclesiastica, giuridica o
istituzionale poco importa, la prepotente ricerca del proprio tornaconto personale e
l’inefficienza di un sistema che è sempre ad un pelo dal collassare su sé stesso sono deitemi tremendamente attuali a cui la satira e la letteratura hanno storicamente dedicato
un’infinita produzione artistica.
In questo caso specifico, trattandosi del romanzo della Provvidenza, tra le tante altre chiavi
di lettura che si possono trovare all’interno dello spettacolo, ho scelto di dare a certi
personaggi un taglio marcatamente popolare, quasi fideistico, a tratti ingenuo ed
inconsapevole, che possa ispirare in chi assisterà allo spettacolo la riflessione che, in fondo,
c’è sempre un lieto fine.
Certo, se forse non aspettassimo che i nostri problemi li risolva qualcun altro…
Cosa può aspettarsi il pubblico dallo spettacolo?
Quale film o album musicale consigliereste di ascoltare prima di assistere
allo spettacolo per prepararsi al meglio all’atmosfera e ai temi?
Molta satira e ricercatezza letteraria, adatte a tutti i palati, dal docente allo studente che
vuole sapere di cosa trattano i Promessi senza neanche sgualcire una pagina, fino
all’occasionale fruitore teatrale che è stato attirato dalla locandina e si vuole regalare una
serata diversa, il tutto mascherato da battute innocenti ma mai casuali e situazioni che
coinvolgeranno tutti i presenti in sala, proprio come in un vero processo!
E poi austerità e serietà: ricordo a coloro che saranno presenti che si troveranno in un’aula
di tribunale ed ogni parola pronunciata potrà essere usata contro di loro.
Per quanto riguarda i suggerimenti, consigliamo di ripetere bene tutti “I Promessi Sposi“
perché l’interrogazione interesserà tutto il programma, coadiuvando lo studio con la visione
del video “I Promessi Sposi in 10 minuti“ della compagnia Oblivion o dei più famosi sketch
de “Il Trio” Lopez, Marchesini, Solenghi.
Gradito anche approfondimento su almeno una stagione di Forum a piacere.
Se dovessi descrivere l’essenza de “I Processi Sposi” in tre parole, quali
sceglieresti e perché?
Obiezione, Accolta e… Speriamo!
Il perché venitelo a scoprire a teatro!
Chi è Demetrio Marino?

Classe ’99 amante della parola, da quando ho imparato a leggere mi cimento come posso in qualsiasi forma creativa e di scrittura: poesia, prosa, musica, sceneggiatura e giochi da tavolo, cercando di trarre il bello del mondo per regalarlo agli altri. In tutto questo, trovo anche il tempo di lavorare come capotreno full-time.
📱 Info e prenotazioni: +39 3930910421 / +39 3714138384